La nostra inviata Laura Canella, ciclista a tempo perso, è stata a Martano, dinamico comune al centro del Salento, e ci racconta di un territorio tutto da pedalare.
Affascinata da quanto sentivo raccontare sulla Puglia, che incredibile ma vero non avevo mai visitato, invitata nell’ambito del progetto “Martano, terre visioni e tradizioni: viaggio tra ulivi, aloe ed erbe officinali”, da ciclista lenta a tempo perso – assai perso e piuttosto lenta – mi sono pressoché precipitata a Martano, capoluogo della Grecìa salentina, per esplorare, vedere e toccare con mano un territorio che si propone di diventare un punto di riferimento del turismo slow.
Vi voglio raccontare la mia esperienza.
Il viaggio si è rivelato piacevole sin dai primi istanti, dalla calorosa accoglienza presso il relais Don Agostino nel quale ero ospitata – masseria finemente ristrutturata, curata sin nel minimo dettaglio – alla apparentemente brulla ma in realtà potente bellezza ricca di storia ed angoli nascosti (come il giardino di Villa Ducale) di Martano, il principale dei nove comuni che fanno parte della grecìa salentina, nel cuore del Salento: il fulcro perfetto per capirne le potenzialità cicloturistiche dal punto di vista di una tranquilla ma tenace viaggiatrice su due ruote.
Un territorio da scoprire
Se pensiamo a percorsi in bicicletta immersi nella natura, il primo che viene in mente è quello dell’Eroica, immerso tra le colline del Chiantishire, detto tra noi anche un po’ inflazionato al punto di aver prodotto, sempre in Toscana, parallele divagazioni sul tema tipo L’Intrepida.
Sull’onda di quei successi, e seguendo il sempre più crescente interesse degli amanti della bici e del trekking verso percorsi e camminamenti che coniughino paesaggi, natura e storia, anche la regione Puglia si sta attrezzando per proporre a turisti e residenti locali un’offerta che possa attrarre visitatori desiderosi di scoprire con la dovuta calma una terra ricca di tradizioni, panorami e abitata da persone cordiali e ben disposte all’ospitalità. D’altra parte il territorio, anche per la sua composizione pianeggiante senza troppe brusche e difficili salite o discese, si presta egregiamente e non ha niente da invidiare a zone più blasonate.
Già girare in paese offre sorprese, a cominciare dalla onnipresente luminosissima pietra leccese con cui sono costruite chiese e palazzi, una importante risorsa che valorizza ed esalta l’identità naturale, sociale ed artistica di questo territorio. In particolare mi colpisce una scultura, ideata da Antonio Trotta e realizzata dall’Accademia di Belle Arti di Lecce sotto la supervisione di Luigi Scardino che tra l’altro ci fa da guida: rappresenta una rete che pesca un diamante grezzo, la pietra leccese appunto, ed è realizzata esclusivamente con attrezzi manuali, e guai a usare moderni scalpelli elettrici!
Un bellissimo progetto da sviluppare
Fare base in un piccolo centro come Martano, oltre a essere molto comodo e consigliabile per impostare giorno per giorno dei percorsi cicloturistici ad anello, consente di trovarsi a prendere un caffè o a gustare un piatto di orecchiette gomito a gomito col sindaco o qualche assessore, i quali ci illustrano un interessantissimo progetto in fase di ideazione: recuperare l’antica masseria di Torcito, maestosa struttura posta nell’omonimo parco, per farne l’elemento centrale, un HUB dedicato a quel turismo slow rappresentato dai percorsi dedicati a trekking e mountain-bike. Ovviamente anche a pedalata assistita.
La zona è spettacolare, ha un potenziale enorme, è posta lungo l’intersezione dei percorsi delle già esistenti Via Francigena e via Traiana Calabra, e il progetto prevede l’allungamento per seguire il tracciato dell’acquedotto pugliese. Ed essendo il Salento, e la Grecìa Salentina in particolare, territori caratterizzati da limitati dislivelli, le strade sono adattissime a essere percorse non solo da emuli di Gimondi, ma anche da amatori, famiglie, e ciclisti/e non particolarmente atletiche come la sottoscritta. Forza Martano dunque, l’idea merita tutto il supporto necessario.
Infusi, liquori e cocktail “selvatici”
Sorpresa nella sorpresa, durate il giro esplorativo nel parco ci siamo “imbattuti” in Elia e Betty, bartender lui, animatrice ambientale lei, innamorati della loro terra, che avevano approntato un banchino per la degustazione dei loro prodotti: amari, liquori e vermouth fatti con quelle stesse piante selvatiche che stavamo praticamente calpestando. “Erbe da bere dalla pianta al bicchiere”, santoreggia, elicriso, pino d’aleppo; seguiteli sul loro sito e sul loro canale You Tube perché meritano attenzione e successo, non fosse altro che per la loro smisurata passione, e per l’amore nel trasmetterla. Ovviamente spediscono anche a domicilio, io sto già aspettando il corriere.
A 360 gradi dall’Adriatico allo Ionio
Intanto che aspettiamo che il progetto del parco di Torcito prenda forma, possiamo comunque pedalare spaziando a 360 gradi intorno alla nostra base di Martano, il relais Don Agostino, che come in ogni struttura del luogo è attrezzato per il noleggio di city-bike. Martano dista 15-20 km dalla costa adriatica, e 30-35 da quella ionica. Se siete mattinieri – e se non lo siete d’abitudine fate uno sforzo perché ne vale veramente la pena! – potete andare fino alla Torre dell’Orso, o perché no a Otranto e al faro di Punta Palacìa per vedere la prima alba d’Italia dal luogo più a est del Paese, oppure il tramonto a Gallipoli (mi raccomando le luci per il ritorno).
Ma potete anche avventurarvi per stradelli e tratturi, per esempio verso Cannole (dove è visitabile il Museo dell’Arte Olearia e Civiltà Contadina U. Villani), Bagnolo, Cursi (dove ci sono importanti cave di pietra leccese), Corigliano, Melpignano e rientrare da Castrignano.
Martano “città dell’aloe”
O visitare il Naturalis bioresort, una vera perla che definire un semplice “agriturismo” è riduttivo, con le sue mirabolanti piantagioni di aloe (Martano è detta proprio la città dell’aloe) e i suoi percorsi tra ordinati cespugli di erbe officinali, lavanda, tabacco e filari di uva, dove l’appassionato titolare Domenico Scordari vi guiderà alla scoperta della produzione della preziosa gelatina che se ne ricava. Anche qui è possibile noleggiare biciclette e se ancora siete indecisi sul giro da compiere, lasciatevi consigliare dallo staff, composto dalla stessa famiglia Scordari o da personale esclusivamente locale che ben conosce il territorio.
Oppure potete girovagare verso il sito archeologico di Apigliano con la chiesa di San Lorenzo di epoca bizantina, o verso la Specchia dei Mori (secla tu demonìu, torre del demonio nell’idioma griko che si parla da queste parti), cumulo di pietre nato dall’esigenza di spietrare il terreno, che fungeva da elevazione di avvistamento, e che si porta dentro qualche mistero, per esempio di dice che un tempo fosse una specie di vera e propria torre poi crollata, e che nessuno sappia cosa si celi al suo interno.
Colori, odori, e soprattutto sapori
Insomma, Martano e i suoi dintorni rappresentano una meta ideale per chiunque voglia avvicinarsi a un turismo slow, rilassante, in luoghi “rustici” ma carichi di storia. Last but not least, si mangia benissimo! – il che rende non solo piacevole ma anche necessario pedalare, per smaltire le calorie in eccesso e potersi poi nuovamente permettere cene e pranzi che altrettanto rappresentano accoglienza, storia e tradizione – per l’alta qualità degli ingredienti, la sapienza della preparazione e il premuroso eccellente servizio che ho riscontrato a ogni tavola imbandita.
In conclusione, se la tua idea di vacanza e viaggio si avvicina alla mia – bellezza per gli occhi dal territorio che ti circonda, professionalità e cordialità nella struttura dove alloggi, puro piacere nel cibo che mangi, sano e soddisfacente movimento in bicicletta durante la giornata, il Salento è ciò che fa per te, e Martano ne è la perfetta base.
Qui sotto vi lascio qualche suggerimento per vitto, alloggio, e prodotti tipici anche a domicilio:
La Masseria Don Agostino
Il bio resort Naturalis
Tenuta Torre Canfore
L’Osteria di Martano
Ristorante Barriques
Masseria La Tofala
Azienda di Salvatore Zacheo
Il Giardino sotto il Naso
Testo: Laura Canella
Foto: Francesco Corsini